Lavoro, fisco light per “modello tedesco”.

Forte elasticità salariale, litigiosità sindacale bassissima (nei primi sei mesi dell’anno zero ore di sciopero), alta propensione all’innovazione. In poche parole il modello aziendale tedesco che, al netto dello scandalo Volkswagen, in questi ultimi anni ha portato la Germania ad essere la locomotiva d’Europa. Il Mitbestimmung (in italiano può essere tradotto in “co-gestione”) funziona e piace ad aziende e dipendenti.

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L’azienda rivoluzionaria di Rosà: cogestione dipendenti-manager.

L’utopia del lavoratore scontento. Avere un capo che si informi delle sue aspirazioni professionali, del suo grado di appagamento, ne raccolga le lamentele. In una parola, lo ascolti. Ma anche avere un padrone che gli spieghi l’andamento dell’azienda, gli indichi gli obiettivi da raggiungere, illustri i bilanci e suddivida una parte degli utili in busta paga. In altri termini, trasparenza e partecipazione ai processi produttivi. Si potrebbe continuare con la possibilità, per il subalterno, di segnalare le disfunzioni del sistema, proponendo soluzioni. Con la certezza di essere ascoltato e di non apparire come un inguaribile scontento o un piantagrane.

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Intervista a Robbert van het Kaar

van het KaarDanilo Terra interviewed Robbert van het Kaar, Senior Researcher at the Hugo Sinzheimer Institute for Socio-legal research on Labour and Social Security (University of Amsterdam). Since 1997 Dutch correspondent for the European Observatory for Industrial Relations (EIRO) and since 2003 member of SEEurope, research network on employee participation at company level.

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Legge di Stabilità 2016: torna il premio di produttività fino a 2.500 euro.

Con la Legge di Stabilità 2016 torna la detassazione del premio di produttività per i lavoratori dipendenti. Introdotta nel 2008 in via sperimentale con l’intento di favorire la produttività dell’azienda, dopo la parentesi del 2015, anno in cui è rimasta priva di coperture, sono in arrivo importanti novità, con nuove regole più semplici.

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Contratti, sì al confronto, no ai muri di gomma.

“Aggiornare il sistema contrattuale non riguarda solo Confindustria, ma anche altre associazioni datoriali. E non è un’operazione al ribasso dei parametri salariali, come intende fare Squinzi, perché non è di questo che il Paese ha bisogno, se vuole rilanciare lo sviluppo. Per noi, riformare i contratti vuol dire ammodernare il sistema delle relazioni industriali, al cui interno confronto, partecipazione e contrattazione siano considerate delle risorse”. Così Franco Martini, segretario confederale Cgil, stamattina ai microfoni di Italia Parla, la rubrica quotidiana di RadioArticolo1.

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Non solo contrattazione aziendale. Nuovo welfare e flessibilità.

(…) Ci si dimentica che tra le componenti del Clup (Costo del lavoro per unità di prodotto) il salario ha sempre meno peso e che sono ben altri i costi che pesano come macigni sul costo del lavoro come le spese contributive, le addizionali regionali, provinciali, ecc.. Ma il problema da affrontare è quello del modello d’impresa, e della relazione tra management e lavoratori.

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Territorio e democrazia economica e politica.

A. Salento, G. Masino, La fabbrica della crisi. Finanziarizzazione delle imprese e declino del lavoro, 2013, Carocci editore.

Leggendo la recensione di Claudio Gnesutta al libro di Salento-Masino, La fabbrica della crisi e il declino del lavoro , uscita su www.sbilanciamoci.info , ho pensato che fosse importante ri-aprire il dibattito sul futuro delle politiche del lavoro nelle attuali condizioni dell’impresa finanziarizzata, come descritta nel volume recensito.

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