Il digitale e la partecipazione alle imprese.

“La partecipazione dei lavoratori nella gestione delle imprese può essere il modo per coniugare insieme il desiderio di autorealizzazione del lavoratore e il raggiungimento degli obiettivi dell’impresa”. Ne è convinto il segretario della Cgil del Trentino, Franco Ianeselli, che intervenendo ieri alla presentazione del libro “La partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa – un progetto possibile”, a cura di Marco Carcano, Roberto Ferrari e Vito Volpe, ha sottolineato l’importanza di muoversi in questa direzione.

L’iniziativa, organizzata da Ismo è stata l’occasione per riflettere sui punti di forza e sulle criticità di sistemi di partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese, sulle difficoltà pratiche e culturali con cui fare i conti. Il segretario della Cgil trentina ha posto l’accento, in particolare sul tema del lavoro. “Non ci si può rassegnare all’idea che il lavoro sia vissuto male, sempre come peso – ha detto –. In tal senso ritengo che il coinvolgimento del lavoratore alla vita dell’azienda, anche a vari livelli, sia fondamentale per fare del lavoro un’occasione di autorealizzazione personale”. Una questione che diventerà ancora più pressante con la digitalizzazione spinta del lavoro. “La rivoluzione digitale già in atto amplia il dualismo tra lavoratori con alto contenuto cognitivo e lavori poveri. In entrambi i casi la partecipazione può essere il mezzo per combinare le nuove tecnologie, comprendere lo sforzo all’adattamento”.

Il tema è come far decollare la partecipazione, chiarito il fatto che forme partecipative possono avere successo solo se producono vantaggi sia per il lavoratore sia per l’impresa. “Il pubblico può e deve avere un ruolo importante nel promuovere le condizioni per favorire l’avvio di sistema di partecipazione come si sta facendo in Trentino – ha aggiunto Ianeselli – Le soluzioni possono arrivare però solo con una forte spinta delle parti sociali, imprese e sindacati”. Dunque contrattando forme di coinvolgimento. In questo contesto un ruolo chiave lo ha la formazione, dei lavoratori, dei delegati sindacali e degli imprenditori. “In Trentino abbiamo Lares, la scuola per gli operatori delle relazioni industriali che rappresenta una grande opportunità per sperimentarci in questo senso. E’ importante però che quanto si acquisisce nella formazione e nel confronto in aula, diventi poi oggetto di sperimentazione anche sul campo”.

(www.giornaletrentino.it, 07.02.2018)

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