Intervista a Massimo Castellani

castellaniCi parla di lei ?

Sono segretario generale della CISL di Verona dal 2009, prima sono stato un due anni segretario organizzativo della CISL regionale e prima ancora responsabile regionale del patronato INAS e prima ancora… ho scelto di entrare nel mondo del sindacato che avevo ancora i pantaloni corti. Una scelta dettata da un’insopportabile sofferenza davanti alle ingiustizie e condita con un carattere polemico.

Ci fornisce la sua definizione di democrazia in azienda ?

Definisco il concetto di democrazia in azienda con la seguente sintesi: il lavoro dipendente è un patto tra chi fornisce il capitale economico e chi non potendolo avere fornisce capitale umano.

Ci fornisce il suo punto di vista sulla democrazia in azienda ?

Il capitale economico è composto da beni finanziari e materiali il capitale umano da forza fisica e intelligenza. Come ogni patto, perché possa reggere nel tempo, deve avere delle convenienze reciproche e, in modo particolare, deve essere oggetto di una corresponsabilità soggettiva e di un reciproco controllo per evitare il venir meno del patto stesso.

Alle volte per esprimere I concetti più difficili ci aiutiamo riducendoli a metafore ricondotte in un microcosmo. Credo sia capitato a tutti di entrare in una bottega di artigiano e trovare “l’imprenditore” intento nel suo lavoro e a fianco il suo unico dipendente non più giovanissimo.

L’interesse dell’artigiano è che la sua bottega lavori, guadagni e che il suo dipendete esperto possa continuare a contribuire con il suo lavoro a mantenere produzione e qualità. L’interesse del dipendente è che  il suo datore di lavoro si mantenga in buona salute e continui lavorare al suo fianco. Gli interessi sono pressoché gli stessi e in un rapporto, appunto, di corresponsabilità e fiducia la produzione va avanti.

L’evoluzione fordista e post fordista dell’organizzazione del lavoro, combinata con il disimpegno da parte degli imprenditori d’investire in attività produttive ci pone come unica possibilità l’avvio di un processo dove la democrazia economica possa essere il futuro del mondo del lavoro.

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