Premi di risultato e welfare: a Torino e provincia si punta su qualità ed efficienza.

In una città che sta vivendo sulla sua pelle l’incidenza e la profondità delle crisi industriali, tra reindustrializzazioni e scenari di delocalizzazione, le attività sindacali sono inevitabilmente all’ordine del giorno. In ambito metalmeccanico e non solo. Ma se gli esiti dipendono dalle singole trattative, un tema d’attualità è legato – in parallelo – al modello che sta alla base del rapporto tra le aziende e i rappresentanti dei lavoratori.

 

“Nuove relazioni sindacali” è il mantra che riecheggia sempre più spesso, soprattutto negli uffici delle associazioni datoriali, spesso affiancandosi a temi come contrattazione di secondo livello, premi di risultato e welfare aziendale, solo per citarne alcuni. E stamattina da Torino è partito il Road show, ideato da Oerlikon ed EMS, proprio per analizzare e raccontare questo nuovo modello, fondato meno sulla netta contrapposizione e più orientata alla condivisione di temi e obiettivi.

La cornice è stata la sede dell’AMMA, Aziende meccaniche e meccatroniche associate, nella aulica sala Pininfarina, alla presenza di esperti, imprenditori e rappresentanti dei sindacati. E partendo da recenti esperienze aziendali e da casi d’innovazione di successo, l’appuntamento ha voluto stimolare riflessioni e confronto proprio per costruire un nuovo modello di relazioni industriali che rifletta i cambiamenti intervenuti nell’economia e nel lavoro.

“Siamo in un periodo particolarmente complesso per l’economia e l’industria italiana – ha detto Angelo Cappetti, direttore AMMA – e siamo in un momento di passaggio anche per i rinnovi del contratto. Dopo la crisi del 2008 si sono persi 300mila lavoratori a livello nazionale nel comparto metalmeccanico e difficilmente si riuscirà a recuperarli nella loro interezza. Negli ultimi tempi sono ripartiti gli investimenti, grazie al Piano Calenda, ma col nuovo governo si sente parlate molto poco si 4.0”.

Ma se la rivoluzione è alle porte, su quattro ruote e non solo, questa interesserà “circa un milione di persone che in Italia lavorano nel mondo dell’auto – ha aggiunto Cappetti – e le relazioni sindacali saranno parte di questi cambiamenti”. Qualità, redditività, produttività ed efficienza (spesso mescolati al fattore presenza dei singoli lavoratori, ovvero nel 55% dei casi) sono in ordine decrescente le voci più ricorrenti tra gli indicatori dei premi di risultato adottati in provincia di Torino. In termini di cifre, l’erogazione potenziale del premio di risultato è di 1380 euro lordi su una durata di circa 3 anni.

Il 38% degli accordi prevede anche una forma di welfare. L’11% è “nativo”, cioè fisso, mentre il 27% lo vede come forma volontaria di conversione del premio di produzione. Una scelta che compie il 25% dei lavoratori. Peraltro solo il 18% di questi accordi sul premio di rendimento è migliorativo rispetto al contratto nazionale metalmeccanico, “segno che si tratta già di un contratto considerato in maniera positiva”, commenta Gabriele Fenouil, relazioni sindacali dell’Amma. “Il potenziale di espansione di questi strumenti c’è, ma serve maggiore informazione e consapevolezza, anche grazie a quello che possono fare le RSU.

Dopo il debutto torinese, la prossima tappa del roadshow sarà a Milano. Altri appuntamenti sono in programma in altre città all’inizio del 2019.

(www.torinoggi.it)

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