Risposta ad Interrogazione a risposta scritta n. 003067-17 su Pilastro diritti sociali e partecipazione dei lavoratori.

In data 26 settembre 2017 è pervenuta la Risposta all’Interrogazione a risposta scritta n. 003067-17 su Pilastro diritti sociali e partecipazione dei lavoratori presentata dall’eurodeputato Enrico Gasbarra (S&D).

Per il testo dell’interrogazione:

Mercoledì 26 aprile la Commissione europea ha presentato il pilastro dei diritti sociali, con l’obiettivo di rafforzare il processo di convergenza verso migliori condizioni di vita e di lavoro in Europa.

Tra i 20 principi enunciati come prioritari vengono identificati in particolare, al punto 8, il dialogo sociale e la partecipazione dei lavoratori.

Può la Commissione delineare quali azioni concrete, pur nel quadro del rispetto degli ordinamenti nazionali in materia, intende promuovere per incentivare la partecipazione dei lavoratori alle imprese, secondo il principio enunciato che «i lavoratori o i propri rappresentanti hanno il diritto di essere informati e consultati a tempo debito sui temi di rilevanza, in particolare sulle fusioni, sulle ristrutturazioni, sui trasferimenti di sede e sui licenziamenti collettivi»?

Quale tempistiche ha in programma la Commissione per completare la legislazione nel settore del diritto societario dopo le proposte inserite nel Programma di lavoro 2017?

 Per il testo della risposta:

Il pilastro europeo dei diritti sociali(1), adottato dalla Commissione il 26 aprile 2017, stabilisce principi e diritti fondamentali per sostenere il buon funzionamento e l’equità dei mercati del lavoro e dei sistemi di protezione sociale. Esso è destinato a servire da bussola per un nuovo processo di convergenza verso migliori condizioni di vita e di lavoro negli Stati membri che vi aderiscono.

Per quanto riguarda il dialogo sociale, a marzo 2015 la Commissione ha avviato l’iniziativa «Un nuovo inizio per il dialogo sociale», pur nel pieno rispetto della divisione delle competenze, della diversità dei sistemi nazionali e dell’autonomia delle parti sociali. La Commissione, la presidenza del Consiglio dell’Unione europea e le parti sociali europee hanno quindi firmato una dichiarazione congiunta il 27 giugno 2016(2).

La Commissione ricorda che esiste già un ampio acquis dell’UE sull’informazione e sulla consultazione dei lavoratori nell’ambito dell’impresa a livello nazionale e transnazionale(3).

Come riferito dalla Commissione nelle sue risposte alle interrogazioni scritte P-000215/2017 e P-002159/2017, i suoi servizi stanno mettendo a punto relazioni di attuazione in merito alla direttiva sui comitati aziendali europei(4) e al quadro UE per la qualità nell’anticipazione dei cambiamenti e delle ristrutturazioni(5) del 2013.

La proposta della Commissione riguardante i quadri di ristrutturazione preventiva e la seconda opportunità(6) rafforzerà la tutela dei lavoratori in caso di difficoltà finanziarie del datore di lavoro. Oltre ai diritti acquisiti in materia di informazione e consultazione, la proposta riconoscerà ai lavoratori il diritto di votare su un piano di ristrutturazione che incide sui loro diritti.

Riguardo all’iniziativa in materia di diritto societario, la Commissione ha recentemente lanciato una consultazione pubblica(7) e ha pubblicato una valutazione d’impatto iniziale(8) che prevede la presentazione dell’iniziativa durante il quarto trimestre del 2017.

(1)     Raccomandazione della Commissione, del 26 aprile 2017, sul pilastro europeo dei diritti sociali [C(2017)2600 final].

(2)     La dichiarazione congiunta fa riferimento all’importanza di un coinvolgimento più sostanziale delle parti sociali nel semestre europeo, un’attenzione maggiore allo sviluppo di capacità delle parti sociali nazionali, un coinvolgimento rafforzato delle parti sociali nel processo di elaborazione politica e legislativa dell’UE e un rapporto più chiaro tra gli accordi delle parti sociali e l’agenda «Legiferare meglio»”: ec.europa.eu/social/BlobServlet?docId=15738&langId=it

(3)     Direttiva 98/59/CE del Consiglio, del 20.7.1998 (GU L 225 del 12.8.1998, pag. 16); direttiva 2001/23/CE del Consiglio, del 12.3.2001 (GU L 82 del 22.3.2001, pag. 16); direttiva 2002/14/CE (GU L 80 del 23.3.2002, pag. 29); direttiva 2009/38/CE (GU L 122 del 16.5.2009, pag. 28); direttiva 2001/86/CE del Consiglio, dell’8.10.2001 (GU L 294 del 10.11.2001, pag. 22); direttiva 2003/72/CE del Consiglio (GU L 207 del 18.8.2003, pag. 25) e direttiva 2005/56/CE (GU L 310 del 25.11.2005, pag. 1).

(4)     Direttiva 2009/38/CE (GU L 122 del 16.5.2009, pag. 28).

(5)     COM(2013) 882 final.

(6)     COM(2016) 723 final.

(7)     http://ec.europa.eu/newsroom/just/item-detail.cfm?item_id=58190

(8)     https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation/initiatives/ares-2017-2377472_it

(www.infoparlamento.it, 26.09.2017)

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