Si allarga la distanza con gli USA.

Continua l’uscita di studi sull’azionariato dei dipendenti negli USA, con la diffusione di informazioni utili per tutti, anche in Europa.
L’edizione 2018 della “US General Social Survey”, il censimento pubblico annuale della popolazione attiva statunitense, comprende un segmento sull’azionariato dei dipendenti.

L’evidenza mostra che il 20% dei dipendenti nel settore privato usufruiscono a diversi livelli di strumenti proprietari, comprendendo gli 11 milioni di partecipanti negli ESOP e 25 milioni che godono di qualche forma di remunerazione in azioni. Il totale è 36 milioni, da paragonare ai 9 milioni in Europa.
Il censimento ha anche evidenziato che il valore medio detenuto pro capite dai dipendenti azionisti ammonta a 75.205 dollari per un totale di $ 2,7 miliardi: in Europa € 400 milioni.
Il prof. Douglas Kruse, autore dello studio, ha notato che gli azionisti dipendenti “hanno una probabilità di licenziamento pari a 1/6 rispetto a chi non lo è”. Lo studio ha scoperto che  i dipendenti non azionisti nel campione sono stati licenziati per il 3,7%, contro lo 0,6% dei dipendenti azionisti. Fra le Società con programmi di coinvolgimento del personale, lo studio ha evidenziato che le società con piani di azionariato generosi presentavano un turnover generale (comprese le dimissioni volontarie) del 6%, ben al di sotto del 14% verificato presso I dipendenti non beneficiari dei piani di azionariato.
Questa realtà è lontana dall’idea, o forse è meglio definirlo preconcetto, fino ad oggi prevalente nella Commissione Juncker a Bruxelles,  dove ancora pensano che l’azionariato dei dipendenti sarebbe qualcosa di rischioso, portatore di incertezza per I lavoratori.. La realtà è che l’azionariato dei dipendenti è una strategia che porta nel  medio/lungo periodo una maggior ricchezza e stabilità. 

(EFES)

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