Recuperare le imprese per recuperare la dignità.

Il fenomeno delle imprese recuperate, nato all’inizio del XXI secolo in America latina – in particolare in Argentina – come reazione a una grave crisi economica e alla mancanza di adeguate risposte istituzionali, si sta diffondendo anche in Europa. In queste aziende i lavoratori si organizzano per evitare il licenziamento e con il sostegno del territorio inventano nuove opportunità e nuove forme di gestione delle attività produttive.

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Intervista ad Aldo Marchetti

foto-a-marchettiCi parli di lei…

Ho studiato filosofia alla Statale di Milano e sociologia alla Scuola Superiore di Sociologia del Cospos, una scuola che non esiste più ma che negli anni ’70 a Milano è stata un importante centro di studio diretto da Alessandro Pizzorno e da Giovanni Arrighi. Poi ho lavorato per quasi un decennio alla formazione sindacale nella Cisl-Lombardia e ho cominciato a insegnare sociologia a Scienze Politiche di Milano e in seguito a Scienze della Formazione de La Bicocca e a Giurisprudenza a Brescia. Ho sempre svolto ricerche per la Fondazione Pietro Seveso, diretta da Tiziano Treu e da Gian Primo Cella e all’IRER, l’Istituto di Ricerca della Regione Lombardia. Ho lavorato in una ONG milanese per cui ho svolto ricerche sui bambini di strada ad Addis Abeba e sulla condizione femminile in Cambogia. Con maggiore costanza mi sono occupato di relazioni industriali, parità uomo-donna, immigrazione. Negli anni più recenti ho svolto ricerche sulle fabbriche recuperate dai lavoratori in Argentina e sul movimento dei contadini “Sem Terra” in Brasile.

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Claudio Tognonato – Aperti per fallimento

Quando a novembre del 2001 l’Argentina si dichiarò in default alcune fabbriche erano già state occupate e si cominciava a parlare del “recupero” come una novità nel panorama dell’organizzazione del lavoro. Nel 2005 mi sono recato in Argentina per conoscere da vicino queste esperienze, ho visitato la Brukman, la Chilavert, laGhelco e varie altre. Molti credevamo fosse un fatto transitorio ma il tempo ha dimostrato il contrario. Oggi, anche se quella crisi economica e sociale è stata superata, il fenomeno rimane. Le imprese che adottano questo modello di autogestione continuano a riproporsi, al punto che il loro numero tende, anche se lentamente, a crescere.

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