Raffaele Bonanni – Partecipazione dei lavoratori nelle imprese: lo sviluppo delle buone pratiche

È l’ora della partecipazione dei lavoratori.

Quella che i tedeschi chiamano la Mitbestimmung, cioè la presenza di rappresentanti dei lavoratori nella stanza dei bottoni delle aziende, in Italia neanche se ne parla. Eppure la rivoluzione digitale che cambia ogni giorno il modo di lavorare e restituisce a chi lavora la capacità di poter leggere i processi lavorativi e lo strapotere delle big tech dovrebbero consigliare di dare più voce in capitolo a chi lavora e non abbandonarli al populismo.

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Raffaele Bonanni – Senza partecipazione si sviluppa il populismo

Il movimento sindacale italiano ha avuto storicamente il merito di saper accompagnare nel sostegno ogni passaggio difficoltoso della Repubblica, nell’idea che la arretratezza del paese, le difficoltà economiche, gli attacchi terroristici interni, fossero motivi più che sufficienti per impegnare la propria realtà rappresentanza di interessi specifici nella società, anche per la tenuta delle istituzioni. Ha saputo così rappresentare i propri interessi di “classe”, dentro la logica più vasta della comunità nazionale.

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Mario Bozzi Sentieri – La Cisl si riscopre “partecipativa”, è tempo di un fronte ampio per la cogestione?

In sede di relazione introduttiva al XIX Congresso Confederale, il Segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, ha posto l’accento sulla necessità di costruire un nuovo modello di relazioni sociali, attraverso la realizzazione della partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese, come previsto dall’art. 46 della Costituzione.

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Lavoro, 2016 può essere l’anno della partecipazione.

Proposte, iniziative, tavoli, negoziati, consultazioni: sono anni, per non dire qualche decennio, che si discute e si tenta di trattare intorno al tema, affascinante e complesso a un tempo, della cosiddetta “partecipazione dei lavoratori all’impresa”. Sono anni che, in sostanza, ci si esercita ai diversi livelli – sindacale e politico-parlamentare – su quelle che possono o potrebbero essere le vie per realizzare forme di intervento dei dipendenti nelle decisioni e nei risultati aziendali.

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Lascia Bonanni, arriva una donna. Per favore, non cambiate solo le facce.

(…) la Cisl, anche nella stagione di Bonanni, ha mostrato di avere molte idee innovative, frutto di una lunghissima elaborazione. I fatti hanno dato ragione a una parte fondamentale di quel bagaglio, dalla partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa alla contrattazione decentrata, per dire delle due ricette più importanti.

(…) Il cambio al vertice di un sindacato importante come la Cisl apre dunque la possibilità di imboccare una strada nuova. Quella dell’apertura ai problemi posti dalla depressione economica e dalla dilagante disoccupazione. Della comprensione delle necessità inedite di nuove generazioni che tentano di affacciarsi nel mondo del lavoro con un nuovo portato di cultura e di voglia di fare.
Forse anche la strada di un graduale ripensamento su un modello fondato su tre sindacati figlio di una tripartizione partitica della Prima repubblica, mentre stiamo entrando nella Terza, e di una idea basata sul collateralismo fra forze politiche e organizzazioni sindacali.

(M. Lavia, europaquotidiano.it, 24.09.2014)