Intervista a Francesco Carlesi e Francesco Guarente

Ci parlate di voi e dell’Istituto Stato e Partecipazione?

In primo luogo permetteteci di ringraziare Mitbestimmung. per questa intervista, che assume un valore particolare in quanto consideriamo il vostro osservatorio una risorsa a dir poco preziosa sui temi del lavoro e della partecipazione. L’Istituto “Stato e Partecipazione” nasce molto semplicemente da una chiacchierata tra me (Francesco Carlesi) e Francesco Guarente a margine della presentazione del mio volume La Terza Via Italia. Storia di un modello sociale nel 2019. Io sono docente di Storia Contemporanea e Storia delle Relazioni internazionali presso l’Università “San Domenico” di Roma, e lavoro anche nell’ambito della sicurezza aeroportuale, mentre Guarente è consulente del lavoro e sindacalista. Pur conoscendoci da pochissimo ci siamo scoperti animati dalla stessa passione e dal profondo interesse per i temi sociali e del lavoro e abbiamo così cominciato a contattare amici e studiosi per dare vita a un “contenitore” che potesse diventare fucina di dibattiti e proposte su questi argomenti.

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Intervista a Mario Bozzi Sentieri

La sua intervista a Mitbestimmung risale a ottobre 2017, ci aggiorna sul suo percorso professionale e di studio in questi 4 anni?

I quattro anni trascorsi sono stati segnati, a livello generale, da non poche novità. Per l’Italia il 2017 era iniziato  a ridosso dell’ennesima crisi di governo, una crisi determinata dal risultato del voto referendario del 4 dicembre 2016, voluto da Matteo Renzi. Non entro in questioni strettamente politiche. La bocciatura elettorale aveva comunque scongiurato l’abolizione del Cnel (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), considerato da molti un inutile carrozzone, in realtà – a mio parere – espressione, per quanto parziale, del tentativo d’integrazione/rappresentanza sociale a livello costituzionale. A metà del 2017 era uscito, a mia cura, Intervista sul corporativismo (Eclettica Edizioni), libro/intervista finalizzato a ricostruire il pensiero di Gaetano Rasi sul corporativismo e sull’idea partecipativa, anche in funzione di un rilancio del Cnel.

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Sovranità e lavoro: la “terza via italiana” che sfidò il modello anglosassone.

Ci sono alcuni libri che sono oro. Uno di questi è senza dubbio La terza via italiana: storia di un modello sociale (Castelvecchi, pp. 175, € 23,50) scritto dal giovane studioso Francesco Carlesi. Con «terza via italiana» l’autore intende quel modello sociale che, nascendo con il corporativismo fascista, sopravvisse fin nel dopoguerra dando impulso al «miracolo economico». I princìpi su cui si reggeva questa terza via erano la collaborazione di classe, la partecipazioni dei lavoratori, l’intervento dello Stato, spesa pubblica espansiva, protagonismo economico, programmazione, superiorità della politica sull’economia. Continua la lettura

Il dibattito a destra – Caro Mario, andiamo avanti, la partecipazione è il futuro

Il recente commento di Mario Bozzi Sentieri apparso su Destra.it e Barbadillo sulla partecipazione dei lavoratori alle imprese riaccende i riflettori su uno dei temi chiave per il futuro del nostro paese nonché di tutta l’Europa. Chi scrive pensa sia arrivata l’ora per le forze patriottiche e «sovraniste» di fare un salto di qualità e smarcarsi da tentazioni liberiste, «forziste» o meramente assistenzialiste e impostare politiche rivoluzionarie sui temi sociali.

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Intervista sul corporativismo.

Nel lessico contemporaneo il  termine  “corporativismo” rappresenta una parola tabù, su cui è calata una sorta di damnatio memoriae, che ne ha snaturato la ragione d’essere e sterilizzato le radici storiche.

Assimilato al fascismo,  il corporativismo è stato così ridotto ai margini del confronto politico-sociale, diventando da una parte sinonimo dell’autoritarismo e del controllo dello Stato, dall’altro segno dell’affermazione esclusivistica degli interessi di uno o più  settori di società. Eppure le radici di questa dottrina politica e sociale sono tutt’altro che banali: affondano nella cultura romana, si rafforzano nel Medioevo fino a rappresentare l’ossatura della Dottrina Sociale della Chiesa, poi del fascismo e, nel dopoguerra, della destra sociale.

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