Maurizio Ballistreri – Una riflessione sulla partecipazione in azienda

La proposta di legge di iniziativa popolare della Cisl sulla “Partecipazione al Lavoro”, presentata dal suo segretario generale Luigi Sbarra, per l’applicazione dell’articolo 46 della Costituzione, che prevede il diritto dei lavoratori a collaborare alla gestione delle aziende, ha il merito di riaprire il dibattito sulle relazioni industriali in Italia, in una prospettiva europea.

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Intervista a Mario Bozzi Sentieri

La sua intervista a Mitbestimmung risale a ottobre 2017, ci aggiorna sul suo percorso professionale e di studio in questi 4 anni?

I quattro anni trascorsi sono stati segnati, a livello generale, da non poche novità. Per l’Italia il 2017 era iniziato  a ridosso dell’ennesima crisi di governo, una crisi determinata dal risultato del voto referendario del 4 dicembre 2016, voluto da Matteo Renzi. Non entro in questioni strettamente politiche. La bocciatura elettorale aveva comunque scongiurato l’abolizione del Cnel (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), considerato da molti un inutile carrozzone, in realtà – a mio parere – espressione, per quanto parziale, del tentativo d’integrazione/rappresentanza sociale a livello costituzionale. A metà del 2017 era uscito, a mia cura, Intervista sul corporativismo (Eclettica Edizioni), libro/intervista finalizzato a ricostruire il pensiero di Gaetano Rasi sul corporativismo e sull’idea partecipativa, anche in funzione di un rilancio del Cnel.

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In Germania un nuovo progetto di legge punta a rafforzare la codeterminazione.

A settant’anni dalla prima legge sulla cogestione nel settore del carbone e dell’acciaio, la Germania è oggi in procinto di adottare un nuovo provvedimento legislativo, per promuovere una maggiore diffusione dei consigli di fabbrica, organo di rappresentanza dei lavoratori in azienda, e il rafforzamento dei relativi diritti di codeterminazione.

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5 mila economisti di tutto il mondo: è ora di democratizzare il lavoro, largo ai modelli di cogestione dei lavoratori nelle aziende.

Il loro momento di gloria è durato un paio di mesi, il tempo in cui il resto d’Italia si chiudeva in casa terrorizzato dal coronavirus, lasciandosi invece contagiare da un improvviso, patriottico entusiasmo per infermieri, medici e farmacisti. Lavoratori essenziali la cui essenzialità si è però rapidamente appannata a emergenza superata, tanto da costringere proprio gli infermieri a scendere in piazza per chiedere salari e condizioni lavorative migliori.

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Massimo Visconti – Coronavirus, prima che rimangano solo macerie, una soluzione economica ci sarebbe

Un noto film di Carlo Verdone vedeva la moglie del protagonista, assillata dalla sterile paranoia del marito, dire continuamente “non ce la faccio più”. Oggi gli italiani costretti in casa da due mesi cominciano veramente a non farcela più. E non tanto per la pandemia quanto per la caotica e assurda gestione di questo momento difficile segnato dai continui DPCM che, come fuochi d’artificio, al termine della loro presentazione/show da parte del divo Giuseppe lascia le cose come stanno.

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Fulvia D’Aloisio – Dalla mitbestimmung alla partecipazione

Il presente articolo è rivolto, attraverso un approccio etnografico, alle caratteristiche del sistema di relazioni industriali, ai principi e alle pratiche sindacali in atto all’interno di Automobili Lamborghini, nota azienda emiliana di super-sportcar, fondata da Ferruccio Lamborghini a Sant’Agata Bolognese nel 1963, di proprietà del Gruppo Volkswagen (VW) dal 1998 (nella holding Audi).[1] L’ipotesi qui perseguita riguarda innanzitutto il carattere di forte originalità di tale sistema di relazioni industriali, che si fonda su un particolare processo sincretico che tiene insieme la mitbestimmung tedesca (letteralmente cogestione), propria dell’ordinamento giuridico tedesco e del Gruppo VW, progressivamente adattata al quadro legislativo, alla prassi sindacale e alla cultura gestionale italiana.

Francesca Manca – La partecipazione dei lavoratori, dal Mitbestimmung all’impresa sociale

Abstract

La partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa è stata recentemente disciplinata nelle imprese sociali dal Decreto Legislativo 11/2017. L’impresa sociale è caratterizzata infatti da una multi stakeholdership, così come in generale gli Enti del Terzo Settore. Il coinvolgimento dei lavoratori e più in generale degli stakeholders porta le imprese a considerare le necessità dei diversi portatori di interessi e di consentire al lavoratore stesso, interessato in prima linea alla crescita dell’impresa, di collaborare attivamente.

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