“Unions for all”: così rinasce il sindacato americano (in stile europeo).

Se c’è una cosa per cui gli Stati Uniti non sono famosi, sono i sindacati. E in effetti un motivo c’è. Se a metà degli anni ’50 un terzo degli americani era iscritto a un sindacato, oggi questa quota si è ridotta al 10,5%, di cui il 6,4% sono lavoratori del settore privato. Un declino preoccupante, peggiorato dalla recente abolizione, da parte della Corte suprema statunitense, delle spese di iscrizione a queste associazioni da parte dei lavoratori: secondo la giustizia americana, infatti, l’idea di far pagare una imposta a quelli che, di fatto, sono riconosciuti come degli attori politici, sarebbe contraria alla Costituzione.

Continua la lettura

Landini: «Protagonisti nel cambiamento».

Qual è il ruolo del sindacato oggi, nelle trasformazioni tecnologiche che stiamo vivendo?

Dobbiamo continuare a rappresentare un lavoro che vive cambiamenti velocissimi, stipulando accordi e rinnovando contratti, ma svolgendo anche un ruolo politico per affermare un nuovo modello sociale in grado di accompagnare le trasformazioni. Un processo di questa natura ha dunque bisogno di analisi e di studiare ciò che accade, coinvolgendo persone e nuove competenze, senza dimenticare che la nostra funzione non è solo la contrattazione di resistenza, ma anche quella di proporre come e dove governare i processi del cambiamento.

Continua la lettura

Landini eletto segretario generale Cgil con il 93% dei voti.

Le alternative alla gig economy come la conosciamo ora.

Lo dicono praticamente tutti: c’è bisogno di regolamentare i lavori della gig economy. Da una parte le startup e gli imprenditori che non vogliono vedere ‘ingessato’ nel vincolo di subordinazione un tipo di lavoro così flessibile e ‘fluido’; dall’altro i lavoratori, che chiedono maggiori tutele e un inquadramento più chiaro rispetto alla ‘prestazione occasionale’ a cui molti sono attualmente sottoposti.

Continua la lettura

Quanto sono presenti i nostri sindacati?

Il 45% dei lavoratori altoatesini dispone di una rappresentanza sindacale direttamente nell’azienda in cui lavora. Il dato è riportato dallo studio IPL sulle condizioni di lavoro in Alto Adige (EWCS). La presenza di organizzazioni sindacali è superiore alla media nel settore istruzione ed educazione (83%) così come nelle grandi imprese, mentre è scarsa nei settori agricoltura e turismo e nelle aziende di piccole dimensioni. Secondo l’IPL gli spazi vuoti sulla mappa della presenza sindacale nelle imprese dovrebbero scomparire: la trasformazione digitale non permette più di rinunciare al confronto con i lavoratori.

Continua la lettura

Marco Bentivogli – Impariamo a fare errori nuovi

«Sono una casta. Privilegiati che difendono altri privilegiati. Tutelano i fannulloni. Fanno i sindacalisti per non lavorare. Difendono solo le pensioni di anzianità e lasciano i giovani senza la prospettiva di una pensione dignitosa. Rappresentano i garantiti, disinteressandosi dei milioni di precari o di chi il lavoro non ce l’ha. Fanno scioperi che creano disagi più ai cittadini che alle controparti, di cui sono complici. Sono troppo legati alla politica. I bilanci e il tesseramento non sono trasparenti. Sono una cosa vecchia, inutile e dannosa, un retaggio del secolo scorso, un ostacolo alla crescita del Paese. Il sindacato in Italia è stato generalmente un fattore di ritardo che ha diminuito l’efficienza e la competitività complessiva del Paese».

Continua la lettura

Intervista a Filippo Belloc

Ci parli di lei…

Sono Professore Associato di Economia Pubblica presso l’Università di Chieti-Pescara. Sono stato Research Associate all’European University Institute e Visiting Scholar alla UCLA (USA), dove ho lavorato sul tema della relazione tra strutture di governo societario e performance innovativa delle imprese. Come Visiting Professor a Cambridge, nel 2015, e alla Leeds Business School, nel 2017, ho condotto alcuni studi sulla regolamentazione dei licenziamenti e della rappresentanza e su come diversi schemi regolatori possano influenzare l’incentivo delle imprese a fare investimenti innovativi. Sono stato inoltre consulente per la Corporate Affairs Division dell’OECD, per la quale ho redatto un rapporto su governo dell’impresa e crescita economica. Più di recente, mi sono occupato di cooperazione in Italia e sto lavorando a un progetto di ricerca sulla cooperazione nell’economia digitale e sulla capacità delle imprese cooperative di assorbire gli shock tecnologici.

Continua la lettura

Alberto Orioli – Contratti, la rivincita delle parti sociali sulle parole della politica

In tempi di chimere sovraniste, un’intesa tra imprese e sindacati sull’esercizio di una sovranità micro come quella contrattuale è un segnale che la politica non può non cogliere. Dalle parti sociali arriva tutt’altro che uno scarto centrifugo, ma un accordo razionale, capace di guardare lontano, oltre le fazioni, oltre gli interessi delle singole sigle per dare una stabilità di fondo alle correnti e agli inevitabili conflitti prodotti dall’evoluzione economica.

Continua la lettura