Maurizio Ballistreri – Una riflessione sulla partecipazione in azienda

La proposta di legge di iniziativa popolare della Cisl sulla “Partecipazione al Lavoro”, presentata dal suo segretario generale Luigi Sbarra, per l’applicazione dell’articolo 46 della Costituzione, che prevede il diritto dei lavoratori a collaborare alla gestione delle aziende, ha il merito di riaprire il dibattito sulle relazioni industriali in Italia, in una prospettiva europea.

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Giuliano Cazzola – Dal controllo operaio alla partecipazione, un secolo di speranze deluse

A volta capita – credo non solo a chi scrive – di avvertire, in ciò che in quel momento si legge, delle assonanze con considerazioni e riflessioni espresse in altre letture (più o meno recenti) riguardanti personalità ed eventi, magari lontani nel tempo, ma affrontati – mutatis mutandis – con il medesimo approccio e con la stessa impostazione di cultura politica.

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Federico Butera – La partecipazione progettuale

Sintesi dell’intervento di Federico Butera, Professore Emerito di Scienze dell’Organizzazione, Università Bicocca di Milano e Sapienza di Roma. Presidente Fondazione IRSO, Istituto di Ricerca Intervento sui Sistemi Organizzativi, al seminario “Co-determinazione 4.0 – Governance e Contrattazione d’anticipo nella digitalizzazione”, organizzato da CGIL e tenutosi a Roma il 22 marzo 2018.

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Intervista a Mario Sai

Mario Sai è responsabile dell’Ufficio Studi della Camera del Lavoro di Milano. Insegnante, pubblicista, dirigente sindacale. Dagli anni ottanta si è occupato del rapporto tra innovazione tecnologica e cambiamenti nel lavoro da diverse angolature. Come presidente di commissione al Cnel, designato dalla Cgil, ha coordinato dal 1998 al 2004 la stesura dei «Rapporti sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione» in Italia.

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Il percorso di Vittorio Foa, teorie ed esperienze di democrazia industriale.

Tra gli ostacoli che sbarrano la strada a una comprensione del nostro presente vi è quella visione semplificata, quando non caricaturale, del Novecento, che vediamo condivisa da retoriche diverse – anche schierate su fronti politici opposti: una visione che, in estrema sintesi, lo definisce come il secolo della grande fabbrica, della quale la società, la politica, il sindacato avrebbero riprodotto, specie nel trentennio del compromesso “keynesiano” (“età dell’oro” nello schema del Secolo breve di Hobsbawm), sia la capacità di generare prosperità che la fondamentale rigidità delle strutture.

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Bruno Ugolini – Bruno Trentin, il precursore

E’ possibile parlare di Bruno Trentin come precursore? L’interrogativo è stato posto nel corso di un seminario svoltosi a Torino a cura dell’Istituto Gramsci e della Cgil. Gli interventi di Enrica Valfrè, Ilaria Romeo, Pietro Marcenaro, Vittorio De Martino, Igor Piotto hanno preso lo spunto dalla presentazione del libro “L’itinerario di Bruno Trentin”, curato da Ilaria Romeo e Sante Cruciani (Ediesse). Io sono stato chiamato a parlare in particolare su un tema caro a Trentin: “L’utopia realistica della trasformazione del lavoro”.

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Certificazione delle competenze: spunti per una ricerca e per l’innovazione dell’azione sindacale

L’importanza dellaconoscenza” nell’attuale contesto socio-economico e produttivo è stata sottolineata, già da diversi anni, da una vasta letteratura non solo di discipline economiche ma anche sociali. Al riguardo, è interessante rilevare che tale tema ha rappresentato, rappresenta e rappresenterà sempre di più in futuro un terreno fertile per la condivisione di fini e (auspicabilmente) contenuti e soluzioni da parte di tutti gli attori coinvolti, in primis imprese e sindacati.

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