Barbagallo: Di Maio vuole più rappresentanza sindacale e più partecipazione?

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Di Maio dice che vuole «rappresentanti dei lavoratori nei consigli di amministrazione»: siamo d’accordo: lo chieda alle imprese. Dice, inoltre, di volere “rappresentanti eletti direttamente da tutti i lavoratori per la gestione quotidiana dei problemi organizzativi con l’azienda”: è quello che già accade sistematicamente nelle aziende con più di 15 dipendenti. Evidentemente, allora, vuole estendere questo diritto anche in quelle con meno di 15 dipendenti. Anche su questo siamo d’accordo: lo chieda alle imprese. Quanto ai privilegi, Di Maio parla di stipendi di 300mila euro: io manco me li sogno. Allora, basta polemiche. Noi, se vuole, siamo disponibili a confrontarci. Sarebbe più costruttivo per tutti.

(www.uil.it, 01.10.2017)

L’occasione di ripensare il rapporto tra lavoratori e impresa.

L’Opa dei grillini sul sindacalismo italiano non è iniziata ieri ma certo la sortita di Luigi Di Maio, che ha praticamente cominciato la sua campagna elettorale promettendo a Cgil-Cisl-Uil di “riformarli” direttamente lui da Palazzo Chigi, segna un passaggio rilevante.

(…) Ma detto questo i dirigenti del sindacalismo italiano sono chiamati a dare una risposta a Di Maio che non sia puramente difensiva e contingente, l’attacco grillino dovrebbe infondere loro il coraggio di una replica non di maniera e anzi lungimirante.

(…) In concreto abbracciare una prospettiva di questa natura vuol dire fare i conti con i temi della partecipazione dei lavoratori alla vita delle aziende.

(D. Di Vico, estratto dal Corriere della Sera, 03.10.2017)