Uil: Definire un “Codice della Partecipazione” delle lavoratrici e dei lavoratori alla vita delle imprese.

“Definire un “Codice della Partecipazione” delle lavoratrici e dei lavoratori alla vita delle imprese, che da sempre è tra gli obiettivi della Uil, è quanto mai indispensabile per garantire un rapporto diverso tra lavoro, impresa e istituzioni, anche al fine di raggiungere un nuovo modello per un più sano sviluppo del Paese”.

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Memoria audizione sulle disposizioni in materia di partecipazione dei lavoratori al capitale, alla gestione e ai risultati dell’impresa.

Di seguito riportiamo la nota e il relativo allegato, presentati, oggi (1 febbraio) alle Commissioni riunite Finanze e Lavoro della Camera dei Deputati, in occasione dell’Audizione informale in merito alle proposte di legge recanti disposizioni in materia di partecipazione dei lavoratori al capitale, alla gestione e ai risultati dell’impresa.

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Robert Scholz – La partecipazione fa bene al clima

Le aziende con una forte codeterminazione aziendale fanno molto di più per ridurre le emissioni e conservare le risorse. Implementano più spesso innovazioni rispettose dell’ambiente, monitorano meglio il rispetto dei diritti umani nella loro catena di fornitura e offrono condizioni di lavoro complessive migliori rispetto ad aziende comparabili con cogestione debole o assente.

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Martin Behrens – Doppio passaggio di codeterminazione

Se i dipendenti hanno voce in capitolo nel consiglio di sorveglianza, anche la cogestione aziendale ne trae vantaggio. “La codeterminazione aziendale ha una funzione stabilizzatrice che sostiene l’oggettivazione dei rapporti di lavoro e rafforza il livello di contrattazione collettiva“, scrive Martin Behrens del WSI, dopo aver esaminato il rapporto tra la cogestione dei comitati aziendali e la cogestione aziendale utilizzando i dati del sondaggio WSI del 2018 sui comitati aziendali.

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Emanuele Massagli – Partecipazione dei lavoratori, la sfida della Cisl che vale più del salario minimo

Il dibattito attorno all’opportunità o meno dell’approvazione di un salario minimo legale (proposta unitariamente presentata dalle forze di opposizione, eccetto Italia Viva) ha polarizzato il confronto recente in materia di lavoro. La contesa mediatica è facilmente vinta da chi sostiene gli effetti salvifici di un pavimento stipendiale di 9 euro lordi imposto a qualsiasi posizione lavorativa: il messaggio è semplice e accattivante, costruito attorno a un (doveroso!) desiderio di maggiore dignità del lavoro.

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