Ilaria Armaroli – Appunti di viaggio /5. Dal Congresso della Fim di Brescia, idee per una nuova partecipazione

Il commento iniziale è sul crescente ruolo di propulsione al cambiamento che, anche nel sindacato, stanno assumendo le rappresentanze locali. In Cisl, forse più che in Cgil e Uil, il tema della partecipazione dei lavoratori è trattato con sintonia di vedute tra il centro e la periferia dell’organizzazione; per chi tuttavia segue quotidianamente gli sviluppi delle pratiche partecipative, è difficile non rilevare come queste siano frutto di peculiari interpretazioni di chi, sui fronti datoriale e sindacale e indipendentemente dalla sigla di appartenenza, opera sul territorio.

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Aleksandra Gregorič – Bringing workers into the boardroom: the Nordic way

L’apertura di Theresa May alla partecipazione dei lavoratori all’impresa può aver colto di sorpresa l’opinione pubblica, soprattutto perché è stato uno degli argomenti con cui ha voluto esordire nel nuovo ruolo. In realtà lo considererei una conferma della trasversalità del tema che, in quanto tale, dovrebbe sottrarsi al dibattito politico ed essere valutato come possibile strumento di miglioramento della produttività aziendale. Nei contesti economici de-industrializzati, in particolare, si affermano i “lavoratori della conoscenza”, detentori di competenze specialistiche spesso di alto livello, la cui partecipazione agli organi amministrativi dell’impresa può velocizzare i processi decisionali e aumentare la propensione alla ricerca, allo sviluppo, all’innovazione. Da non sottovalutare, inoltre, l’attuale carenza di rappresentanza sindacale per queste categorie professionali, le quali, partecipando alla gestione, potrebbero contribuire alla trasformazione della “rituale” conflittualità in confronti aperti e apolitici. Gregorič fa riferimento al modello nordico e ne evidenzia i vantaggi in termini di flessibilità e di performance rispetto ad altre governance “stakeholder-friendly”; personalmente condivido, un ottimo esempio di gradualità nell’applicazione di modelli organizzativi innovativi che potrebbe fare breccia nel sistema delle PMI italiane. (nota del redattore)  

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Manuela Maschke – Digitalizzazione: le sfide per la partecipazione dei lavoratori

Manuela Maschke è Head of Work and Codetermination unit presso la Fondazione Hans Boeckler; il suo contributo di pensiero di seguito allegato e pubblicato sull’ETUI Policy Brief, la newsletter dell’istituto di ricerca della Confederazione dei Sindacati Europei, è ricco di spunti ed esempi in merito alle sfide che la digitalizzazione impone alla contrattazione aziendale.

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Ilaria Armaroli – Appunti di viaggio/3. Prime riflessioni sugli effetti del parametro OEE sui premi di risultato e le relazioni industriali

Gli appunti di viaggio di Ilaria Armaroli sono sempre stimolanti per chi si occupa di partecipazione. Ricorrono la distinzione tra cultura e indicatori di performance (OEE) della pratica partecipativa e l’importanza del ruolo degli agenti di trasformazione del progetto partecipativo in strumento di miglioramento continuo della produttività e, al contempo, della soddisfazione del collaboratore. Titolari di azienda, manager, rappresentanti sindacali, formatori: a loro il compito di trasmettere le peculiarità della cultura aziendale e di condividere con i collaboratori obiettivi, modalità di remunerazione e tecniche di misurazione delle performance. (nota del Redattore) 

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Worker and consumer representation on boards, which route should the UK take ?

La partecipazione dei lavoratori all’impresa nasce dalla condivisione delle informazioni, si rafforza mediante la consultazione dello staff, dei rappresentanti o dei team di lavoro e, talvolta, si realizza al “terzo livello” della cogestione. Non credo alla gerarchia dei tre livelli di partecipazione: un’ampia condivisione delle informazioni aziendali può rivelarsi molto più produttiva di un complicato processo decisionale mirato a mettere tutti d’accordo. Ogni azienda ha la sua storia e la sua cultura e, di conseguenza, le sue pratiche partecipative. Ma anche un popolo, una nazione o un partito hanno approcci peculiari rispetto al tema della partecipazione. Interessante quindi il contributo di pensiero che pubblichiamo di seguito perché presenta un progetto di riforma “inaspettato” da parte del nuovo primo ministro britannico e, inoltre, ci consente di ripercorrere le diverse applicazioni della codeterminazione nell’Unione Europea. Visionario il progetto di rappresentanza dei consumatori nel board. (nota del Redattore) Continua la lettura