Focus FCA-Psa – Luigi Campagna “Una nuova possibilità di partecipazione dei lavoratori”

Nell’ambito dell’accordo di fusione FCA-PSA, continua a far discutere la decisione di includere nel Consiglio d’Amministrazione due membri in rappresentanza dei lavoratori. Paroledimanagement.it ha già affrontato il tema con un’intervista a Paolo RebaudengoResponsabile di Relazioni Industriali quando ancora FCA si chiamava Fiat.

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Favorire la partecipazione dei lavoratori in azienda per migliorare competitività e conciliazione vita-lavoro.

Promuovere la cultura della partecipazione dei lavoratori all’interno della vita aziendale, con l’obiettivo di rispondere alle nuove esigenze portate dall’innovazione tecnologica, da una sempre maggiore competizione internazionale e dalla necessità di una migliore conciliazione di vita e lavoro.

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Dall’accordo classico al contratto “ad albero”.

Come si è caratterizzata la contrattazione aziendale nel triennio della ripresa economica, tra il 2015 e il 2017, in quelle imprese dell’area bolognese, spesso leader nei rispettivi mercati di riferimento, che durante la recessione hanno mantenuto trend di crescita consistenti ed hanno spesso visto i propri confini d’impresa e mercati internazionali espandersi? E ancora, che cosa è accaduto alle principali tematiche contrattate a livello aziendale (welfare, organizzazione del lavoro, partecipazione dei lavoratori, salario, scelte sulle esternalizzazioni) nelle imprese che sia nel corso della crisi che nel triennio della ripresa hanno sperimentato una dinamica espansiva?

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Luxottica, i sindacati: integrativo con risultati straordinari.

I cambiamenti che sta sviluppando Luxottica «necessitano di un diverso ruolo dei lavoratori, un maggior coinvolgimento degli stessi attraverso articolati processi di partecipazione: un obiettivo largamente raggiunto dall’accordo, giunto al termine di una trattativa stata lunga e complessa, ma che ha portato a risultati che nel loro insieme riteniamo straordinari».

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La contrattazione collettiva aziendale nel V Rapporto ADAPT (2018).

Descritta dagli studiosi di relazioni industriali come il metodo con cui aziende e lavoratori operano un bilanciamento tra i rispettivi interessi di competitività, giustizia sociale e partecipazione, la contrattazione collettiva costituisce una delle forme più sviluppate di democrazia nei luoghi di lavoro. Si sviluppa e progressivamente istituzionalizza in Europa a partire dai primi decenni del Novecento e da allora, nonostante siano emersi diversi fattori di indebolimento della rappresentanza, non ne è ancora stata contestata la portata equilibratrice all’interno delle società pluraliste.

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Lavoro e felicità, ecco il distretto che fa scuola.

L’obiettivo è trasformare il distretto calzaturiero del Basso Rubicone in un luogo a misura di lavoratore, rafforzando la presenza di manodopera femminile grazie ad orari più flessibili e maggiori servizi. Ufficializzato a San Mauro Pascoli il piano per il 2019 di quello che ormai viene chiamato ‘Il Distretto calzaturiero della felicità’, primo classificato in regione fra gli «innovatori responsabili».

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Premi di risultato e welfare: a Torino e provincia si punta su qualità ed efficienza.

In una città che sta vivendo sulla sua pelle l’incidenza e la profondità delle crisi industriali, tra reindustrializzazioni e scenari di delocalizzazione, le attività sindacali sono inevitabilmente all’ordine del giorno. In ambito metalmeccanico e non solo. Ma se gli esiti dipendono dalle singole trattative, un tema d’attualità è legato – in parallelo – al modello che sta alla base del rapporto tra le aziende e i rappresentanti dei lavoratori.

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Alessandra Servidori – Salari e produttività: il cambiamento deve partire dalle aziende

In Italia, solo il 23% dei lavoratori dipendenti beneficia di regimi di pagamento variabili in base alla produttività e solo il 13,4% delle aziende riconosce bonus ai dipendenti e ai collaboratori legati al raggiungimento degli obiettivi di produttività, efficienza e qualità. E’ quanto emerge dalla relazione della Commissione UE sul mercato del lavoro e sugli sviluppi salariali nel 2018, che sottolinea l’importanza della produttività per sostenere la crescita dei salari. E se l’Italia non brilla nello scenario europeo, per il cambio di rotta determinante sarà il ruolo delle aziende. Una partita ancora aperta? Continua la lettura