Al via detassazione premi risultato e partecipazione utili.

Via libera dal ministro del Lavoro e dal ministro dell’Economia alla tassazione agevolata per i premi di risultato e la partecipazione agli utili di impresa. Il decreto firmato oggi dà gambe a quanto previsto dalla legge di stabilità 2016 che per i salari di produttività e la partecipazione agli utili consente un’imposta sostitutiva del 10%, per un massimo di 2mila euro lordi che sale a 2500 euro per le aziende che “coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro”, ai lavoratori dipendenti con redditi fino a 50 mila euro.

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Gianluca Passera – Lavoro: se anche il sindacato si accorge dei propri errori

Mettete un tranquillo giorno di lavoro, di quelli normalissimi per gli operai, a fine turno assemblea sindacale indetta dalla Cgil, ordine del giorno: analisi e votazione della “Carta dei diritti universali del lavoro”. Partecipo volentieri nonostante sia delegato Ugl, soprattutto perché il segretario della Cgil della mia federazione di competenza è persona che ispira non poca fiducia, nelle nostre discussioni ho avuto modo di percepire in lui un forte idealismo.

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Augusto Grandi – Cogestione, quell’articolo 46 della Costituzione dimenticato e tradito da tutti.

Per una larga parte dei maschi italiani, e anche per molte femmine, il 46 e’ semplicemente “il numero di Valentino”. Ossia di Rossi, il campione di motociclismo. Ma 46 e’ anche il numero dell’articolo della costituzione italiana che prevede la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese. Articolo, ovviamente, mai applicato in Italia.Perché la costituzione viene sbandierata quando va comodo ed ignorata quando comodo non fa. E l’articolo 46 comodo non fa. A nessuno.

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Quale futuro per il mondo della cooperazione ?

Tito Menzani, Cooperative: persone oltre che imprese. Risultati di ricerca e spunti di riflessione sul movimento cooperativo, Rubettino, Soveria Mannelli, 2015

C’è storicamente un parallelismo tra la nascita delle cooperative, dei movimenti sindacali e l’affermarsi delle imprese capitalistiche durante il processo di industrializzazione in Inghilterra. Le cooperative nascono appunto come modello alternativo alla classica impresa capitalistica. In meno di due secoli, si contano nel mondo circa un miliardo di soci cooperanti. In Italia, le cooperative pesano per l’8% del PIL con 12 milioni di soci e 1.200 di dipendenti.

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Intervista a Pierangelo Albini (Confindustria)

foto AlbiniLa partecipazione dei lavoratori costituisce da tempo un pilastro centrale in molti contesti esteri (in particolare dell’area renano-scandinava) che ne hanno saputo fare un fattore strategico in ottica di competitività economica e inclusione sociale; contesti che si distinguono sullo scenario globale per relazioni industriali costruttive e finalizzazione comune verso l’interesse primario aziendale. Quali le potenzialità socio-economiche?

La partecipazione dei lavoratori è uno di quei temi che inevitabilmente suscita sentimenti e opinioni contrapposte, ma affermare che essa sia il pilastro centrale della competitività della Germania dei paesi scandinavi è una “forzatura” della realtà.

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Intervista a Pietro Ichino

Ichino fotoLa partecipazione dei lavoratori all’azienda rappresenta un concetto che ha trovato diversi livelli di istituzionalizzazione e applicazione nel contesto internazionale. Come considera la correlazione tra il forte sostegno istituzionale, in primis per mezzo del sistema legale, e gli elevati livelli di competitività economica/inclusione sociale in Paesi quali Olanda, Germania, Austria e gli scandinavi Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia?

L’ordinamento statale può imporre la partecipazione dei lavoratori nell’impresa, secondo il modello che ha caratterizzato soprattutto l’esperienza tedesca dalla fine dell’ultima guerra mondiale; oppure può incentivarla in vari modi; oppure ancora può rimanere neutrale su questo terreno, lasciando che sia il libero gioco delle relazioni industriali a produrre la diffusione di pratiche partecipative.

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Intervista a Franco Martini (CGIL)

Martini fotoLa partecipazione dei lavoratori costituisce da tempo un pilastro centrale in molti contesti esteri (in particolare dell’area renano-scandinava) che ne hanno saputo fare un fattore strategico in ottica di competitività economica e inclusione sociale; contesti che si distinguono sullo scenario globale per relazioni industriali costruttive e finalizzazione comune verso l’interesse primario aziendale. Quali le potenzialità socio-economiche?

Non vi è dubbio che la partecipazione dei lavoratori, se inquadrata in un modello di relazioni industriali innovativo, costituisce una risorsa per lo sviluppo delle imprese e, più in generale, per la crescita economica del Paese. Proprio per questo la recente proposta unitaria di Cgil-Cisl-Uil la assume come uno dei tre pilastri sui quali poggiare un moderno sistema di relazioni industriali, determinando con ciò un importante salto di qualità nella cultura delle relazioni.

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Enzo Russo – Sulle proposte per rilanciare la democrazia nelle imprese

Astrid, La partecipazione incisiva. Idee e proposte per rilanciare la democrazia nelle imprese, a cura di Mimmo Carrieri, Paolo Nerozzi e Tiziano Treu, il Mulino, Bologna, 2015.

Come è detto nella quarta di copertina, i 13 saggi raccolti nel volume di Astrid nascono dalla discussione di un gruppo di studio, composto da valenti studiosi della materia: “essi mettono a fuoco i caratteri e gli strumenti che può assumere una declinazione italiana della partecipazione, a partire dalle esperienze concrete sui luoghi di lavoro e dalla ricerca di affinità con impianti regolativi stranieri, in particolare Germania e Francia”.

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