Disastro in Norvegia.

È fatta. Dal 1° gennaio il nuovo governo norvegese ha abolito qualsiasi incentivo all’azionariato dei dipendenti.
È dunque ora il momento del dibattito politico. Che fare, quale alternativa? Come diceva un primo ministro socialista che ha avuto il suo quarto d’ora di celebrità in Belgio: “Prima agisco, poi penso”.

Secondo il partito socialdemocratico norvegese, la proprietà dei dipendenti era un fattore di disuguaglianza. Lo sostituiremo con benefici fiscali per le stock option nelle startup, e questo sarà sicuramente assai più egalitario.
Attualmente in Europa stiamo assistendo a un’infatuazione politica per le startup.
Alla Commissione europea, il Commissario Thierry Breton ci ha espresso propositi analoghi qualche tempo fa. Noi sottolineavamo il ritardo dell’Europa per l’azionariato dei dipendenti nelle PMI, la necessità di introdurre in Europa strumenti finanziari adeguati al trasferimento delle aziende ai dipendenti. “The job is done” ci ha mandato a dire, il lavoro è fatto: in soli pochi mesi abbiamo messo in atto una strategia europea che prevede la promozione dell’uso delle stock option nelle startup.
Questa strategia europea (l’EU Startup Nation Standard) consiste essenzialmente nel chiedere agli Stati europei di agire, che è apparentemente quello che sta succedendo anche in Norvegia.
Abbiamo risposto che una strategia rivolta alle 20-30.000 startup europee non può essere commisurata alle esigenze delle PMI europee. In effetti, l’Unione Europea ha oggi due milioni di PMI che impiegano 50 milioni di persone (senza contare i 23 milioni di microimprese che impiegano a loro volta quasi 50 milioni di persone).
Ragionando in questi termini, l’Europa potrà andare su Marte facendo a meno dei razzi, visto che oggi abbiamo ottime biciclette elettriche.
Per lo meno in Norvegia il dibattito è assai acceso, come si può vedere nella nostra rassegna stampa.

(efesonline.org)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *