Fincantieri: welfare e partecipazione all’insegna del nuovo contratto aziendale

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Relazioni industriali – Un nuovo modello partecipativo 

Come anticipato, il terzo pilastro su cui si fonda l’impianto dell’accordo di secondo livello, è costituito dal nuovo sistema di relazioni industriali che, orientato ad una maggiore compartecipazione, si pone quale primario obiettivo l’affermazione di opportuni livelli di coinvolgimento, consapevolezza e corresponsabilizzazione delle rappresentanze sindacali e dei  lavoratori sugli obiettivi produttivi nonché sulle problematiche di comune interesse.

In particolare, gli organismi di relazioni industriali disciplinati dettagliatamente sono, nell’ordine, il Comitato Consultivo, il Coordinamento sindacale nazionale, l’Esecutivo del Coordinamento sindacale nazionale e l’Organismo Tecnico Paritetico Bilaterale (O.T.P.B.). A tutto ciò si aggiunga l’impegno assunto dalle Parti, in linea con il processo di incessante internazionalizzazione conosciuto negli ultimi anni dall’Azienda, alla costituzione di un apposito gruppo di lavoro avente il compito di attivare la procedura finalizzata alla costituzione del Comitato Aziendale Europeo (C.A.E.), in linea con la disciplina legislativa di cui al d.lgs. n. 113 del 2012. La Società, infatti, si avvale del supporto degli stabilimenti presenti – grazie alla controllata Vard Group AS – oltre che in Norvegia (in realtà Paese extra UE), anche in Romania, con i cantieri di Braila e Tulcea. La costituzione del C.A.E. offre nuovo impulso al processo di internazionalizzazione e di integrazione fra i dipendenti della Società, assicurando in prospettiva un’adeguata informativa fra i lavoratori e le organizzazioni sindacali presenti nei Paesi interessati, ancor più importante in un contesto in cui una competizione estesa su scala globale non può certo prescindere dalla considerazione di variabili giuridiche, economiche e sociali che vanno ben oltre il perimetro nazionale.

Per rendere l’idea delle dinamiche partecipative delineate dall’accordo, basti qui evidenziare il ruolo riservato agli organi sopra citati: il Comitato consultivo, costituito da 12 componenti equamente distribuiti fra la parte sindacale e aziendale, si riunisce una volta all’anno per l’informazione e consultazione concernente alcuni delicati aspetti, fra i quali si distinguono lo scenario di mercato e il posizionamento competitivo, le alleanze e partnership strategiche e le strategie commerciali. Il Comitato sarà altresì convocato nei casi di modifiche dell’assetto societario e proprietario, di rilevanti modifiche organizzative e di progetti di ristrutturazione e riorganizzazione per una valutazione preliminare dei possibili riflessi sul piano occupazionale. Il Coordinamento sindacale nazionale, soggetto destinatario degli obblighi informativi di cui agli artt. 3 e 8, Sez. I, del CCNL per l’industria metalmeccanica attualmente vigente, è composto dai coordinatori nazionali di FIM, FIOM e UILM e, per ogni sito, da un componente della RSU di FIM, FIOM e UILM. L’esecutivo del Coordinamento sindacale nazionale, costituito oltre che dai coordinatori nazionali di FIM, FIOM e UILM e da 12 rappresentanti delle RSU (4 per ogni organizzazione), è individuato quale soggetto negoziale per la contrattazione nazionale di II livello.

L’organo che, più di ogni altro, esprime l’indirizzo partecipativo che le Parti hanno voluto conferire al sistema di relazioni industriali è l’Organismo Tecnico Paritetico Bilaterale (O.T.P.B.), costituito allo scopo dichiarato di migliorare la qualità del lavoro e accrescere la motivazione e partecipazione del personale, coinvolgendolo in modo attivo nei processi di innovazione. L’O.T.P.B. è costituito da 3 rappresentanti aziendali e 3 RSU indicati da FIM, FIOM, UILM territoriali ma, al fine di approfondire al meglio le tematiche oggetto della riunione e di consentire un intervento diretto ed incisivo tale da consentire un miglioramento delle prestazioni produttive e della qualità del lavoro e del prodotto, l’incontro può essere allargato anche a 3 lavoratori. Istituito in ogni unità sociale, l’O.T.P.B. si riunisce con riunioni mensili, semestrali e annuali, e assicura, fra le altre cose, un costante monitoraggio dell’andamento degli indicatori del premio di risultato e l’eventuale individuazione di soluzioni correttive, fino ad arrivare ad un’analisi annuale specifica dedicata agli aspetti della formazione e dello sviluppo professionale. A quest’ultimo riguardo, si procederà ad un esame delle conseguenze dei cambiamenti tecnologici sulle professionalità, conseguenti a trasformazioni che comportino dei cambiamenti nei contenuti delle mansioni degli addetti, riqualificazioni o riconversioni professionali.

Il costante flusso informativo è tutelato dalla clausola di riservatezza, che comporta il divieto alla diffusione di informazioni societarie che siano classificate da parte della Società come “confidenziali”, nonché dal rispetto del segreto industriale.

Procedura di gestione delle problematiche operative

 Il capitolo delle relazioni industriali prevede, altresì, una peculiare procedura di “gestione delle problematiche operative”, costituita al fine di dare ordine al governo di tutte le questioni che possono sorgere in unità produttive complesse come quelle dei cantieri navali. La procedura favorisce una risoluzione tempestiva di tali problematiche secondo una modalità progressiva di confronto, che inizia con un esame fra il capo officina e i lavoratori interessati da esaurirsi entro il giorno del verificarsi dell’evento; prosegue, esaurito il primo passaggio, con un esame fra capo centro, capo officina, lavoratori interessati e componenti della RSU, da esaurirsi sempre entro il giorno del verificarsi dell’evento; infine, solo in ultima istanza, prevede il coinvolgimento della funzione del personale con il capo centro e i componenti della RSU e FIM, FIOM e UILM territoriali, da esaurirsi entro il giorno successivo al verificarsi dell’evento. Si limita, in tal modo, il disordine che sarebbe altrimenti determinato dall’investimento immediato della direzione del personale di questioni che hanno una natura prettamente operativa e che dovrebbero trovare preliminare risoluzione al livello produttivo.

Procedura di raffreddamento

 Quanto, invece, alla procedura di raffreddamento, predisposta al fine di garantire il normale funzionamento delle attività, le parti si impegnano, per tutta la sua durata, a non ricorrere ad azioni unilaterali di qualsiasi natura su materie oggetto del confronto e inerenti motivi di conflitto collettivo che possono insorgere a livello di unità sociale. La durata si estende fino a 9 giorni lavorativi e si articola su due passaggi successivi di confronto: il primo a livello di unità sociale tra la Direzione aziendale di sito e le RSU (congiuntamente alle segreterie territoriali) e il secondo, eventuale, a livello nazionale tra le RSU e le segreterie territoriali, assistite dalle segreterie nazionali di FIM, FIOM e UILM.

Ulteriori forme di partecipazione

 Infine, in chiusura del nuovo modello partecipativo, le Parti hanno costituito un gruppo di lavoro paritetico destinato a rafforzare ulteriormente il modello di compartecipazione dei dipendenti per la valorizzazione degli obiettivi economici, occupazionali ed industriali dell’Azienda, nell’ottica di definire ulteriori forme di coinvolgimento dei dipendenti rispetto a quelle già individuate nell’accordo stesso.

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(R. Arcidiacono, estratto da www.bollettinoadapt.it, 12.09.2016)

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