Azionariato collettivo dei dipendenti, l’irresistibile ascesa.

Mentre l’azionariato individuale dei dipendenti è tipico delle grandi aziende, l’azionariato collettivo è la forma più adeguata alle PMI.

Nella forma individuale, i dipendenti investono i loro risparmi in azioni della società. Di fatto, le grandi aziende sono abituate a proporre le loro azioni al pubblico. Per i dipendenti, la vendita è generalmente offerta a condizioni vantaggiose, sotto forma di un prezzo ridotto o di un contributo aziendale.

Per le PMI è tutta un’altra storia. L’emissione di nuove azioni è insolita. È più che altro in un caso particolare che la partecipazione azionaria può cambiare: la trasmissione dell’azienda quando l’azionista di riferimento intende ritirarsi. Non stiamo parlando di poche azioni, bensì dell’intera azienda. Gli importi in gioco sono assai più elevati e non sono alla portata del singolo dipendente. È qui che entra in gioco la partecipazione azionaria collettiva dei dipendenti.

Grazie al meccanismo dell’azionariato collettivo i dipendenti non devono investire, rischiare i propri risparmi o indebitarsi. Il finanziamento proviene dall’esterno, sotto forma di credito, e i dipendenti non se ne assumono il rischio.

Nel mondo anglosassone, il trust è il veicolo giuridico per organizzare tutto ciò in modo efficace. Negli Stati Uniti si tratta del piano ESOP, in vigore dal 1974. Nel Regno Unito, si tratta dell’Employee Ownership Trust, il cui successo continua ad accelerare. Irresistibile.

In molti paesi europei esistono gli strumenti giuridici per organizzare gli stessi meccanismi di partecipazione azionaria collettiva dei dipendenti. I loro nomi sono un po’ diversi da un paese all’altro: private foundation, fondation privée, fiducie, stichting administratiekantoor, Privatstiftung, stiftelse,…

In molti paesi europei l’azionariato familiare è organizzato da molti anni con l’aiuto di questi meccanismi. È giunto il momento che l’azionariato dei dipendenti li utilizzi a modo suo, ed è in questo modo che potrà diffondersi in Europa anche tra le PMI.

(EFES newsletter – luglio 2023)

 

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