Riparte il Ddl partecipazione.

Consentire, attraverso la contrattazione aziendale (o territoriale), l’adozione di modelli di partecipazione dei lavoratori nella vita delle imprese per favorire un’evoluzione nelle relazioni industriali, con il superamento della conflittualità attraverso la ricerca di obiettivi condivisi.

È questa, in estrema sintesi, la finalità del Ddl Sacconi adottato ieri dalla commissione Lavoro del Senato come testo di base, frutto del lavoro svolto in comitato ristretto, con i voti dei partiti di maggioranza e dei senatori di Forza Italia.

«Vogliamo mettere a disposizione della libera e responsabile determinazione delle parti un menù di opportunità tipizzate – spiega il presidente della commissione Lavoro, Maurizio Sacconi (ap) – che potranno essere adottate con accordi sindacali, a livello di contrattazione di prossimità. Nella prossima legge di stabilità si potranno reperire le risorse per le politiche pubbliche di sostegno finanziando il fondo istituito presso il ministero del Lavoro».

Nel merito, il Ddl sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese contiene un elenco di modalità di coinvolgimento che vanno dalle procedure di informazione e consultazione preventiva alle procedure di verifica e controllo sui piani di gestione aziendale e sulle strategie industriali e decisioni concordate con l’istituzione di organismi congiunti (con competenze, poteri di indirizzo e controllo su temi come la sicurezza e salute sul posto di lavoro, l’organizzazione del lavoro, la formazione professionale, l’inquadramento, il welfare aziendale).

La contrattazione aziendale, inoltre, può prevedere modalità di partecipazione agli utili dell’impresa, all’attuazione e al risultato di piani industriali. Sono previste anche modalità di partecipazione al consiglio di sorveglianza o al collegio sindacale, modalità dirette o indirette di accesso privilegiato alla partecipazione azionaria o a quote di capitale o diritti di opzione. Viene disciplinata la possibilità di istituire con contratto aziendale un fondo fiduciario a favore dei dipendenti, e di prevedere la creazione da parte di un intermediario finanziario (banca o altro istituto) di un fondo di investimento in obbligazioni emesse dall’azienda: «ad entrambi i fondi possono aderire i dipendenti beneficiari dei piani di azionariato», spiega la relazione «sul modello dei cosiddetti Esop (employee stock ownership planes) sviluppati con successo negli Usa alla metà degli anni 70».

La partecipazione dei lavoratori è stata oggetto di un Ddl dell’ex ministro del Lavoro, Elsa Fornero, poi i senatori Castro e Treu, in qualità di relatori, presentarono un emendamento con una delega al Governo recepita dalla legge 92 del 2012, mai esercitata dal Governo Monti .

(www.ilsole240re.com, 12.03.2015)

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